Riapro dopo un po’ di tempo un libro che avevo comprato incuriosito dal titolo “Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare” e leggo:
“Provare a scoprire la propria città, intraprendere questo viaggio è un lavoro, un lavoro ignobile perché la città sei tu. Sei tu che la vesti, che gli dai voce, che la profumi o la impesti. La città è quello che siamo e chi ha voglia ma soprattutto il coraggio di scoprire se stesso correndo il rischio di non piacersi. Possiamo cambiare città, ma non possiamo cambiare la nostra impronta. Uno dei pochi aspetti piacevoli che mi fanno partire dalla mia città è la consapevolezza che poi ci devo tornare ed è meraviglioso tornare a casa. Milano ti amo. Come si ama il ricordo della prima puttana. Come si ama sempre chi non ti corrisponde. Quindi…vai a fare in culo amore mio, non mi somigli per niente! ”